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VERSO TRIESTE - La tappa verso Trieste è lunga, la strada conosciuta e la temperatura gradevolmente frizzante.
- Ok, si parte all'1, stanotte (si era detto senza fare i conti con l'impazienza crescente delle ore precedenti la partenza)
> Luis? Noi siamo già qui, siamo già pronti..tu? stavi dormendo?
- Ma che ore sono?
> Le 11, ma non avevamo sonno
- Arrivo.
E ora eccoci a fare a pugni con il sonno. Vinciamo noi. E dopo una tirata di 600 km ci siamo. Bella Trieste. Nessuno di noi ci era mai stato. Tutti vorremo tornarci.
Il tempo è perfetto per passeggiare ed assaggiare la città, il sole si riflette su piazza Unità d' Italia. Restiamo affascinati dal lungo mare e in sintonia con lo spirito del viaggio e del gruppo, ci lasciamo trasportare dalle sensazioni, senza rincorrere i consigli delle guide e gustandoci i momenti inattesi.
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VERSO ZAGABRIA - Si parte presto, ma la tappa sembra lasciare il tempo necessario per perdere tempo, e così evitata accuratamente l'esosa autostrada slovena e ci lasciamo guidare da Max, che si lascia guidare dal GPS, che si lascia guidare da un "dovete vedere…la città più piccola d'europa…", consiglio della receptionist dell'albergo ,suggerimento tanto assurdo quanto terribilmente polarizzante.
Curve, saliscendi montani e gradevoli paesaggi boscati ci conducono fino a Hum
> E' bello, fatiscenza recuperata nell'architettura, non nella percezione e nel gusto che lascia.
- Ma in che senso è il più piccolo d'Europa?L'enigma resterà irrisolto.
L'enigma resterà irrisolto.
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ZAGABRIA - Attraversiamo, arriviamo in una zona di B&B, un po' fuori dal centro ma servita dai bus, ci lasciamo quasi convincere dal primo albergatore scoprendo poi che a 100 metri il prezzo scende tanto quanto basta a farci cambiare scelta.
Breve escursione nel centro città, ne assaporiamo i gusti mitteleuropei, nei piatti e nell'impianto urbanistico-architettonico. Apprezziamo.
Ripartiamo la mattina seguente in un rituale che accompagnerà i primi 6 giorni di tappa. Sveglia, colazione, riorganizzazione e condensazione del nostro tutto, successivo caricamento e stabilizzazione dei pesi sulle moto, rapido controllo meccanico e via!
TORINO-ISTANBUL
BELGRADO - Ad accoglierci un hotel caserma, con quel gusto nostalgico e decadente, insomma perfetto per dormire, nulla più.
Il resto è vita! La vita del Danubio al tramonto, con un corollario di coppie in tenere effusioni e la vita molto più frenetica della notte, e in effetti sbirciando nella guida l'avevamo letto, vivendolo tra le vie cittadine lo confermiamo a pieno titolo, Belgrado merita una visita. Città bella e viva, almeno quanto i ragazzi e le ragazze che la animano!
Il tempo di capire dove siamo per ripartire nuovamente, sempre l'alba negli occhi.
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EST, SEMPRE AD EST - Ciò che continua ad aumentare è la temperatura, in Bulgaria sembra di entrare in un forno ventilato, e in maniera direttamente proporzionale aumentano le buche sulle strade, le zone di ruralità anacronistica e l'estensione delle cinture degradate delle città.
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SOFIA - La prima sensazione non si dimentica, la capitale ci sfila davanti, ma sembra tutto tranne che una capitale, e a distorcerla non sono le lenti delle nostre maschere, è stata la storia, e così i casermoni si susseguono e i quartieri baraccopoli pure.
Non passiamo mai inosservati, anzi gli occhi ci accompagnano ovunque, portandoci a cercare in centro città la nostra meta finale, che dopo un girovagare "cocente", ci consegna tra le mura di un albergo molto carino e confortevole…"tra le mura", letteralmente, noi nelle stanze, le moto nella sala da pranzo!!! Ricordo indelebile!
Breve percorso serale alla scoperta della tetro centro cittadino. Tetro.
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EDIRNE - I chilometri iniziano a farsi sentire, ma finalmente il passaggio transfrontaliero che fino ad oggi ha scandito ogni nostro giorno parla turco! Entriamo, il confine è sempre affascinante, l'impressione è quella di essere in un posto nuovo e in effetti questa volta è così, bastano pochi km per passare dalla bulgaria alla turchia, dalla desolazione alla vivacità.
La prima città che si incontra è Edirne, che ci accoglie, impreziosita dalle moschee, dalle luminarie cittadine, dai suoni e profumi che impareremo a conoscere nei successivi 7-8 giorni turchi.
Il giorno dopo è quello che segna il punto di boa, se non proprio chilometrico, sicuramente emotivo. Da lì in poi le cose cambieranno, le nostre ruote anteriori punteranno verso le nostre ombre, e il richiamo dell'oriente si farà sempre più sommesso, ci allontaneremo dalla Turchia per tornare verso confini più conosciuti, e soprattutto uno di noi tornerà in Italia. Tutto previsto, non per questo meno amaro.
Però ora ci siamo! Siamo ad Istanbul!
Prima di partire, qualcuno aveva buttato lì una goliardata, "perché non ci diamo appuntamento sotto la Moschea Blu?"
I 5 partiti con le 3 moto si sarebbero dovuti trovare davanti alla moschea blu, in un giorno prestabilito e con un orario prestabilito, per arrivare all'appuntamento con due amiche italiane giunte in aereo? Impossibile!
No. Possibilissimo, tutto ha funzionato.
ISTANBUL - 100 km di lunghezza per 40 di larghezza, i 5 giorni che le dedichiamo se li merita tutti, anzi, sono pochi per poterne apprezzare l'enorme eterogeneità. Però sufficienti per arrivare ad anelare spazi vuoti, silenzio, relax… insomma Gokceada.
Isola di confine, mare Egeo, vento eterno, eternamente contesa: veneziani, ottomani, russi, anglo-francesi, greci… noi, non la conquistiamo, ci lasciamo conquistare.
3 giorni di curve mediterranee (motociclistiche), capre allo stato brado, e spiagge deserte. Ristoratrice.
Pronti per tornare a sbiancarci la pelle in sella alle moto.
In ogni viaggio c'è sempre un luogo il cui ricordo non evoca sensazioni particolarmente piacevoli. Il nostro si chiama Ptolemaida, Grecia continentale.
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PTOLEMAIDA - Città da cui ripartiamo senza attendere molto, senza rimpianti e senza la leva della frizione della xt blu, decapitata nella notte da qualche giocherellone maldestro e alticcio.
Questa volta la bandiera della frontiera si colora di rosso e giallo, il sole macedone ci accompagna fino a Ohird, piacevolissima località balneare, vitale, internazionale e dal bellissimo paesaggio lacustre. I siti archeologici sono tanti ma la visita richiederebbe più tempo di quello che ci resta, infatti l'unica data che non possiamo mancare è quella dell'imbarco da Durazzo.
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ALBANIA - Attraversiamo l'Albania in una giornata, sperimentando strade impervie, automobilisti imprevedibili e caotici agglomerati extraurbani. Regna la confusione, il disordine sembra essere tratto identificativo dei piani regolatori albanesi, e noi abbiamo poco tempo per abituarcene, per cui scivoliamo velocemente fino al porto.v
Le ore di attesa interminabile saranno denominatore comune della nostra traversata; attenderemo di essere imbarcati per ultimi sulla nave a causa di un pretestuoso marinaio (italoallergico?) e attenderemo di approdare per ultimi nel porto di Bari a causa del ritardo accumulato dal natante albanese a cui ci siamo affidati…5 ore e il gioco è fatto.
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ITALIA - Gli ultimi due giorni sono italiani. Il primo parla molisano, terra d'origine di uno dei 4 moschettieri giunto fin qua, e il secondo parla romagnolo, e ha il sapore, dolce di una piada, e amaro delle malinconiche spiagge di fine estate e di fine viaggio.
Casello di Trofarello. Lui è sempre lì che ci aspetta.
Ultimo pedaggio, ultimo saluto, ultimo abbraccio.
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