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TUNISIA

...la prima volta...

Ed eccoci  a Genova per partire... Questa volta si va verso sud… ore di nave ...24!

Giunti al porto ci aspetta un momento in cui scambiare opinioni e contatti con alcuni giornalisti della rivista "Riders", da cui nascerà un articolo sui motociclisti che partono per l'Africa (potete trovarlo sul numero di Giugno 2010).

Il viaggio in nave prosegue in compagnia di alcuni ragazzi che avrebbero fatto il nostro stesso percorso e per questo ci  confrontiamo su terreni, chilometraggi e naturalmente sui mezzi.

Sbarco a La Goulette: catapultati immediatamente in ritmi, suoni, profumi e genti lontane, o meglio inusuali. La dogana questa volta è stata meno estenuante del previsto. Circa 30' e siamo fuori dal porto in sella ai nostri mezzi, un bel Kebab come Allah comanda e tutti a nanna!!!

Piano piano tutto prende forma; dopo la preparazione, l’organizzazione logistica e tutto il lavoro fatto a casa, il GPS detta le sue note a Max; i campi, i sentieri e le piste terrose si alternano a paesaggi fantastici come l'altopiano di Jugurtha e l'aria che si respira è sempre più calda e ricca di sabbia. Il verde inizia a lasciare il posto alle terre aride.

L'arrivo a Kasserine è indimenticabile: un albergo stile vacanze romane anni '40 abbandonato per fuga radioattiva, sarebbe più pulito e con più servizi... un commento su tutti, doccia inutilizzabile, “sonno vestito”, telo militare a definire le distanze tra noi e gli acari del letto.

Passando da Gafsa e attraversando le oasi di montagna si raggiunge Tozeur - semplice no?!

In mezzo ci sono: primi approcci con la sabbia (!!!!!!!), guida su e giù per le oasi senza freno posteriore, e a causa della smania di vedere più cose possibili, arrivo a Tozeur alle 20:30 di sera…risultato? 1 ora e mezza di “ci dispiace, albergo completo"!

porc'@[@[ò§°çé,@[#ù]    ....ok, mi sono calmato!!!

Alla fine ad accoglierci: resort con 7 piscine, idromassaggio delux e soprattutto....buffet, anzi abbuffet. Quello che ci voleva, una cena violentissima e poi una dormita altrettanto ristoratrice.

Qui le cose si fanno serie!!! la sabbia diventa il terreno predominante.

Se nei giorni scorsi si vedevano terre aride che rubavano il posto all'erba fresca, qui il deserto è il sovrano incontrastato della vegetazione. Solo arbusti duri come il cuoio e poco altro.

Il Chott el-Jerid ci introduce ad una tappa che non si dimentica: una strada dritta, retta come un fuso verso sud, pietre, sabbia, terra dura, polvere...e caldo!!! tanto caldo!!!!

“Quando siete laggiù, non dovete togliere mai le giacche, andreste incontro a rapida perdita di liquidi” ; consiglio saggio. Grazie a Reds “l’Africano”.

Usciti dalle prime vere sabbie che ci buttano a terra, giungiamo al villaggio di El-Faouar, dove un baretto ci fornisce 4 Coca-Cola, una di seguito all'altra, e un mercatino ci permette di acquistare un pò di frutta per ripristinare le energie. A condividere con noi il pasto frugivoro, un piccolo bimbo; occhi scuri, sguardo serio, segni del deserto a ricordarci che qui siamo ospiti.

Finalmente Douz!! La porta del deserto, l'ultimo ideale confine tra la terra e il deserto, questa entità che tanti hanno tentato di descrivere o fermare ma che nonostante tutto avanza inesorabilmente...

Appena arrivati, cerchiamo il meccanico consigliatoci da tutti i motociclisti...un piccolo garage con una densità inimmaginabile di pezzi usati-poco, usati non-troppo e USATI. Il meccanico con un grande sorriso capisce immediatamente cos'è successo e si mette al lavoro. 3 minuti per smontare la pompa, 1 per recuperare il pezzo in cima ad un mucchio indistinto di scatole, altri 3 per sistemare il tutto.

Pensa te se per trovare un vero meccanico all'antica bisogna venire in Tunisia ;-)

Il tentativo di raggiungere Ksar-Guilane via Cafè du Desert fallisce.

Troppo caldo, sabbia “borotalcata”, forze rapidamente dilapidate. Un amico del posto, vedendoci partire nella tarda mattinata disse:

"Oggi nemmeno i Tunisini vanno nel deserto, la temperatura è troppo alta e la sabbia non tiene"

...profetico!! Una caduta (per eccessiva smania in stile dakariano...) e qualche piccola conseguente magagna alla moto ci costringono a rifugiarci sotto le grandi piante della piazza di Douz a bere Coca-Cola e guardar giocare a domino gli anziani della città.

Considerata l'inaccessibilità della sabbia, raggiungiamo Ksar via asfalto fino al campo tendato che ci avrebbe ospitati per la notte successiva.

Qui a Ksar si respira davvero il deserto, quello che per tanto tempo sogni e ti immagini, quello delle dune che si colorano di rosso al tramonto e del Generale Rommel.

Raggiunto il forte in mezzo al deserto, ci godiamo il panorama,…senza parole.

Al tramonto, le dune sembrano accarezzare i pensieri, tutto è morbido e vellutato a quest'ora della sera; il deserto diventa mite e permette a chi lo attraversa di guardargli dentro.

Dopo giorni di caldo e fatica, sabbia nel cervello, negli stivali e nel cuore, proseguiamo il viaggio verso nord passando sulla costa, in modo da distrarre la testa dallo strappo che si crea abbandonando il deserto e tutto ciò che evoca

Ormai la vegetazione riprende il posto delle rocce e delle terre aride, la città di Kairouan, la terza città santa dell'Islam, accoglie con il solito caos: motorini, macchine, uomini ai bar che ti osservano, donne, bambini che urlano... un'energia che al sud non è sempre presente; quando il caldo è opprimente, le genti rallentano e attendono il fresco della sera...

Ormai è finita, Tunisi ci ricorda che il sogno è terminato, domani riprenderemo la nave per sbarcare a Genova.  Le ultime compere per chi è rimasto a casa ad aspettarci e un buon riposo che precederà la partenza verso l'Italia.

Nel cuore, come sempre, tante immagini, profumi, sapori e innumerevoli volti. Queste persone, come tutte quelle che incontriamo nei nostri viaggi, ci hanno regalato molto, tutte loro hanno una storia che si è intrecciata con la nostra.

Il nostro caro amico Reds, prima di partire ci disse:

"Quando sarete nella sabbia, la maledirete e vorrete uscirne il prima possibile, ma quando tornerete a casa e ne sarete usciti, sarete spinti a rivederla il prima possibile".

Aveva ragione...

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